26 ago 2016

I vasi della tradizione andalusa

Assidua frequentatrice dell'Andalusia già da diversi anni, non mi stanco di incantarmi di fronte al connubio sublime fra arte e verde, tipico dei giardini moreschi. Al di là dei celebri giardini famosi in tutto il mondo di Granada, Siviglia e Cordoba,  mi affascinano i patio e i balconi delle case più o meno ricche del centro di queste città, che, nella maggior parte dei casi, non sono il frutto dell'opera di illustri designer, quanto il prodotto del lavoro paziente o anche distratto di comuni mortali.
Una prima considerazione va fatta sulle piante utilizzate, che sembrano davvero piovute dal cielo: sono essenze spesso banali, come Asparagi, Tradescantie, Felci, principalmente Nephrolepis, Clorophytum, Aspidistrie, qualche Clivia, Pothos, Alocasie, Jasminum, Aloe e naturalmente gerani e pelargoni, soprattutto a Cordoba, dove è famosa in maggio la festa de Los Patio de los Geranios, che attira turisti da tutta la Spagna e non solo. 

Patio di gerani a Cordoba
Non aspettatevi ordine nella distribuzione di queste specie. Crescono ammassate le une alle altre, spesso in un intrico disordinato, coltivate in un intreccio misto di tralci che penzolano dalle e fra le ringhiere dei piccoli terrazzi del centro. Paradossalmente l'effetto fra il verde talora polveroso e i muri bianchi delle case, è assolutamente gradevole, anche se viene da chiedersi come facciano ad innaffiarle, dato che spesso sugli esigui terrazzi non c'è posto per le persone. In questi mix scombinati di foglie giocano sicuramente grande ruolo i colori brillanti dei vasi, normalmente di terracotta smaltata e dipinti con i fregi caratteristici di ogni città. A Siviglia predominano le cosiddette Macetas de Monteria (letteralmente Vasi di caccia), terrecotte smaltate di bianco su cui vengono ritratti animali da selvaggina in paesaggi campestri, nei toni del blu, verde e ocra.
Maceta de Monterìa 
L'origine di questi vasi risale al 1700, quando la tecnica in uso nella città olandese di Delf, relativamente rapida ed economica e derivata originariamente dalla ceramica di  Faenza, fu importata a Siviglia e ripresa dai vasai (alfareros) di Triana, allora importante centro di produzione di terracotta e ceramica. Le scene di caccia erano al tempo di gran moda, ispirate soprattutto ai paesaggi della vicina riserva del Coto de Doñana, teatro di battute da parte della popolazione locale. 
Vaso di Granada
A Granada invece il disegno caratteristico dei vasi è noto localmente come Loza o Ceramica de Fajalauza, dal nome di un'antica porta della città che conduceva al quartiere dei ceramisti e dei vasai, dove questi contenitori si elaboravano già nel XVI secolo. Da allora il processo di produzione di questa ceramica policromata non è cambiato molto. Dopo la tornitura dei pezzi viene realizzata una prima cottura; poi vengono immersi in un bagno di ossido di stagno per fissarne il rivestimento bianco del fondo. In un secondo momento si procede alla smaltatura con ossido di cobalto e di rame per dare al vaso i caratteristici toni azzurri e verdi. Il processo termina con una terza cottura, con la quale vengono fissate le decorazioni tipicamente granadine, come la sagoma della melagrana (granada), simbolo della città, uccelli o motivi floreali. A differenza dei vasi sevillani, nei vasi di Granada manca completamente la tonalità del giallo. 

Terrazzo nel quartiere dell'Albaicìn a Granada
Altri "giardini" popolari caratteristici che stanno purtroppo scomparendo, sono i cosiddetti Corrales de Vecinos. Un Corrales de Vecinos  era, fino all'inizio del secolo XX l'abitazione più tipica della classe operaia, soprattutto a Sevilla. Sono edifici, spesso di antica data, che si affacciano su un patio chiuso, più o meno grande, al centro del quale è presente una fonte o un pozzo, che serve per l'approvvigionamento idrico di tutti i suoi abitanti. Intorno al patio, si snoda un corridoio sul quale si aprono numerose porte, ciascuna delle quali conduce ad una abitazione privata, costituita per lo più da un paio di stanze al massimo. Talora i Corrales possono essere a due piani, con delle scale che permettono l'accesso al corridoio delle abitazioni superiori. All'interno dei Corrales anticamente esistevano una serie di spazi e servizi collettivi quali l'acqua, la lavanderia, le latrine, e, in alcuni casi, le cucine, ai quali sia accedeva attraverso il patio, che rappresentava il fulcro della piccola comunità. 

Patio di un Corrales sevillano a Triana
Nei patio erano naturalmente distribuiti vasi di terracotta nei quali venivano coltivate le piante più disparate: dalle specie aromatiche usate in cucina, a tutte le piante sopracitate, che lo trasformavano in un orto-giardino, destinato a dare frescura e a fare da cornice ai ritrovi serali della comunità. Oggi i Corrales, nella loro essenza originale,  sono quasi completamente scomparsi, o trasformati in abitazioni alla moda e decisamente costose. La maggior parte di queste strutture si trovano nel quartiere sivigliano di Triana, dove, pur avendo perso la loro connotazione popolare, conservano i loro arredi verdi, fatti di mix di piante coltivate  nelle macetas de monterìa o anche in comune terracotta. 

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