1 gen 2018

Nandina domestica: pianta di buon auspicio

Ampiamente diffusa nei giardini europei, la Nandina domestica è un arbusto sempreverde che appartiene alla famiglia delle Berberidaceae (la stessa del Berberis vulgaris o crespino comune), anche se, a dire il vero, le due piante non si somigliano affatto. L’aspetto della Nandina infatti è quanto mai leggero ed elegante, simile per molti versi ad un bambù in miniatura, dato che raramente supera i 2 metri di altezza, ed è assolutamente sprovvisto di spine o aculei, caratteristica invece piuttosto comune nella famiglia dei Berberis.

Nandina domestica
La Nandina domestica è originaria della Cina e del Giappone, ove è addirittura considerata una pianta sacra. Fu importata in Europa da William Kerr a Londra nel 1804, e i giardinieri inglesi, incerti sulla sua resistenza al freddo e traditi dall’aspetto etereo della pianta, la misero a dimora inizialmente in serra, temendo che i rigori invernali potessero danneggiarla. Il nome Nandina le fu attribuito successivamente dal botanico Carl Thumberg, allievo di Linneo e uno dei primi a studiare e introdurre in Europa la flora giapponese; Nandina deriva dalla latinizzazione del termine giapponese nan-ten, che nella lingua originale significa longevità, inverno. Sempre in Giappone, ove la pianta è assai apprezzata e venerata ed esiste addirittura una Società Botanica ad essa dedicata, la Nandina viene considerata pianta di buon auspicio e per questo viene piantata vicino ai templi e alle case, per scacciare la malasorte. Viene altresì utilizzata nelle composizioni floreali da regalare all’inizio dell’anno nuovo come augurio di lunga vita, quindi mi sembra appropriato un post a lei dedicato  nel primo giorno dell'anno. 

Con il freddo le foglie di Nandina si colorano di rosso


E’ un arbusto sempreverde a portamento eretto, piuttosto compatto e di forma arrotondata a maturità, che può raggiungere i 2 metri di altezza e 1,5 metri di larghezza. E’costituito da numerosi steli sottili simili a piccole canne, fittamente ricoperti di foglie persistenti composte, impari-pennate, lunghe complessivamente da 50 cm a 1 metro negli esemplari adulti e ciascuna delle quali è formata da numerose foglioline lanceolate, lunghe 4-10 cm e larghe 2-3 cm. La colorazione del fogliame cambia con l’invecchiamento e soprattutto al variare delle stagioni e rappresenta il principale pregio della Nandina. Le foglie giovani sono inizialmente di una sfumatura che va dal rosa chiaro al rosso, successivamente diventano verdi o giallo-verdi; in autunno e soprattutto con il freddo invernale, diventano rosso fuoco, colore che permane fino alla primavera successiva. 
Bacche di Nandina domestica
I fiori della Nandina sbocciano a luglio e sono pannocchie terminali di 30-40 cm, formate da piccoli fiori bianchi a forma di stella, con antere gialle al centro, larghi 1- 1,2 cm. Ad essi seguono, durante l’autunno, mazzi di bacche sferiche rosso acceso, del diametro di 8-10 mm ciascuna, che persistono sulla pianta sino alla primavera successiva. 
La Nandina domestica è una pianta che non richiede grandi accortezze in coltivazione. Non ha particolari esigenze di terreno, anche se dà il meglio di sé in terreni di medio impasto, freschi, drenati, profondi e mediamente fertili. Non tollera affatto il ristagno di acqua, mentre piante adulte mostrano una certa resistenza alla siccità, sia pur per periodi brevi. Negli stadi giovanili invece è buona norma mantenerle umide con opportune irrigazioni. 
Preferisce esposizioni soleggiate, almeno per mezza giornata o di mezzombra molto luminosa. All’ombra, pur vegetando benissimo, fiorisce poco e di conseguenza non fruttifica, mentre le foglie diventano verde scuro, senza assumere le colorazioni autunno-invernali che la rendono tanto attrattiva. 
Nonostante il suo aspetto leggero, resiste bene al freddo, anche con temperature ben al di sotto dello 0°C, che accentua invece l’arrossamento del fogliame. In Italia può essere coltivata pressoché ovunque, dalle Alpi alle Isole, avendo semmai l’accortezza di posizionarla in mezz’ombra al Sud e lungo le coste, ove il sole estivo è più cocente. 
Con la Nandina si possono realizzare bellissime siepi sempreverdi
Non necessita solitamente di potature, se non per rimuovere, a fine inverno, i rami che portavano le bacche ormai cadute. Può anche succedere che, a distanza di anni e se non ben esposta alla luce, la pianta si spogli alla base e tenda a concentrare la vegetazione in alto, mostrando gli steli nudi al di sotto. In questo caso può essere efficace una potatura di ritorno, da effettuare alla ripresa vegetativa (marzo-aprile secondo latitudine) anche a 20-30  cm da terra, per favorire l’emissione di polloni dalla base e ricostituire in toto la parte aerea.  In campagna possono essere utilizzate per la creazione di siepi monospecifiche o miste con lo scopo di fornire cibo all’avifauna stanziale e migratoria. Le bacche sono infatti assai apprezzate dagli uccelli,  che contribuiscono alla  diffusione della specie disperdendone i semi con gli escrementi. A questo proposito, occorre far notare che la Nandina domestica viene segnalata come pianta invasiva in alcuni stati degli USA, per la facilità con cui si diffonde in natura attraverso i semi a scapito della flora locale e per la capacità di tollerare a lungo anche situazioni di copertura, per poi affermarsi sul territorio. In Europa non sono mai stati segnalati pericoli di questo tipo. 

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