10 gen 2018

Fiorirà l'Aspidistria

Una delle piante che si merita un premio per robustezza e  frugalità è senza dubbio l'Aspidistria elatior 
La sua eccezionale capacità di adattamento viene descritta indirettamente in un famoso romanzo di Orwell , “Fiorirà l’Aspidistria”, nel quale la sventurata pianta, sia pur volutamente maltrattata dal protagonista, che vede in lei il simbolo della piccola borghesia inglese, continua imperterrita a vegetare, sopravvivendo a tutte le  sue angherie. 

Siepe di Aspidistria elatior
E’ una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Liliaceae, originaria delle foreste della Cina, ove cresce spontanea nel sottobosco. E’ una pianta acaule, (priva di fusto esterno) provvista però di fusti sotterranei (rizomi), ricchi di radici carnose. Da questi si sviluppano ciuffi di foglie di forma lanceolata, lunghe fino a 70 cm e larghe 10-20, verdi scure, lucide e coriacee, molto decorative e spesso usate nelle composizioni floreali. I cespi, di anno in anno, si allargano per emissione di nuove foglie dai rizomi basali e diventano sempre più folti
I fiori, poco visibili, sono di colore rosso scuro e compaiono in estate a livello del terreno, seminascosti dal fitto fogliame. Raramente si formano se le piante sono coltivate in vaso. Ad essi seguono, in autunno, piccole bacche scure contenenti i semi.
Specie estremamente frugale, sopravvive anche se trascurata, ma con un minimo di attenzioni è capace di regalarci una bellissima vegetazione, adatta per formare fitte siepi divisorie o per colmare uno spazio a Nord, troppo scuro per la sopravvivenza di altre specie.
Scottature da sole su Aspidistria
La sua caratteristica principale è infatti la minima richiesta di luce, tanto che una eventuale esposizione diretta ai raggi solari, sia pur per breve tempo, determina estese scottature sulla lamina fogliare. 
Vegeta bene con temperature comprese fra i 5 e i 20 gradi, anche se sopporta bene temperature più rigide in inverno e molto più calde in estate.  Predilige un certo grado di umidità e per questo motivo, oltre che all’ombra di grandi alberi, è molto adatta alla coltivazione in corti chiuse, ingressi, vani scala, verande o terrazzi esposti a nord. Talora impiegata come pianta da interno, soffre tuttavia l'aria secca degli appartamenti e va quindi posizionata lontano da fonti di calore.
Poco esigenti in fatto di terreno, richiede tuttavia una buona dose di humus e di sostanza organica e assoluta permeabilità. Se coltivate in vaso,  usate un buon terriccio universale misto a sabbia, per favorire lo scolo dell’acqua. Un ristagno prolungato causa infatti la marcescenza dei rizomi, specie in inverno. Un eventuale rinvaso deve essere fatto in primavera e solo quando le radici hanno occupato tutto il volume del vecchio contenitore.
Le cure colturali si limitano ad abbondanti annaffiature nel periodo vegetativo (in inverno devono essere limitate a mantenere umido il terreno) lasciando asciugare fra una operazione e l’altra; e anche ad una  concimazione mensile utilizzando un qualsiasi fertilizzante per piante verdi avente un alto titolo di azoto, necessario allo sviluppo del fogliame.

L'elegante semplicità dell'Aspidistria elatior
La potatura non si effettua, se non per rimuovere le foglie ormai secche.
La moltiplicazione avviene in primavera, per divisione dei rizomi svasando la pianta madre o estraendo il cespo dal terreno e separando i rizomi con un coltellino affilato. Ciascuna porzione dovrà avere almeno 3-4 foglie, e  vanno piantate in singoli vasetti di sabbia e torba fino allo spuntare di nuovi germogli.
Sono piante splendide, nella loro semplicità, tanto in giardino quanto in vaso. Forse è proprio in vaso che acquistano fascino, in particolare in quelli di terracotta o contenitori di ceramica smaltata con tonalità verdi o azzurre. 

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